Giacobbe Giusti: Roy Lichtenstein
L´arte di Roy Lichtenstein è già incorporata nell´immaginario collettivo come importante apporto alle avanguardie artistiche. Forse perché Lichtenstein stesso bevve di quella cultura popolare che dall´apparizione dei mezzi di comunicazione di masse non ha fatto altro che espandersi. La sua ispirazione estetica veniva dal fumetto, uno dei mezzi più popolari della cultura di massa. Ma anche a livello tematico Lichtenstein si nutrì del triviale giorno dopo giorno, di una vita indottrinata per i mezzi di comunicazione, della pubblicità e gli stereotipi socioculturali che propagava.
Lichtenstein seguì la tradizione delle avanguardie moderne che consistevano nel paradosso di uccidere l´arte stessa, di estrarle l´ultimo pizzico di dominio tecnico ed estetico man mano che ci si avvicinava, per eccellenza, all´antitesi dell´arte: la cultura popolare. In quest´ultima non c´era niente di quell´elitarismo e purismo abituale presente nell´arte. E in questo modo, ed in analogia alla complessa logica dell´arte stessa, liberò l´arte dai suoi ultimi ormeggi e fondò le sue fondamenta in tutto ciò che è tanto caratteristico dell´arte moderna.
Nel 1961 incominciò a dedicarsi al disegno in bianco e nero, ossessione che durerà fino al 1968 e che si terminerà in un´impressionante serie di lavori radicalmente innovatori che si potranno vedere nell´Albertina a Vienna.
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